Il Palazzo
Nel XVIII secolo il centro di Palermo prolifica di palazzi nobiliari a ridosso delle due grandi arterie a croce – la Strada Nuova ed il Cassaro – costituendo una teoria di strutture architettoniche varie e straordinariamente ricche. Espressione immediata del tipico, frammentato e sinuoso decorativismo settecentesco.
La nobiltà palermitana settecentesca, col desiderio di rinsaldare poteri e privilegi, emula competitivamente quella napoletana al fine di ricercare una maggiore visibilità sociale.
Nella realizzazione di aristocratici palazzi padronali, nel cuore del tessuto urbano, trova proprio il mezzo più diretto e duraturo per affermare il proprio casato e tramandarne il prestigio. Così in questo periodo il marchese di Sessa Giuseppe Asmundo fa realizzare su precedenti strutture il suo palazzo.
La costruzione di Palazzo Asmundo risale al 1615. Venne iniziata da un certo dottor Baliano sull’antica “strada del Cassaro” (odierno Corso Vittorio Emanuele), dopo l’allargamento e la rettifica avvenuta nel 1567, per volontà del viceré Garcia De Toledo.
Solo nel 1767 l’edificio fu ultimato. “Compita videsi la nobile casa del cassaro di Giuseppe Asmondo”: così dice il marchese di Villabianca ne “Il Palermo d’oggigiorno”.
L’edificio, prima che ne venisse in possesso il Presidente di Giustizia Giuseppe Asmundo, marchese di Sessa, era appartenuto alla famiglia Joppolo dei Principi di S. Elia.
Il palazzo (ce lo ricorda la lapide ivi collocata), accolse Maria Cristina, figlia di Ferdinando III, profuga da Napoli assieme al marito Carlo, duca di Genova e di Sardegna.
Un’altra lapide, posta sulla facciata principale, testimonia che in questo palazzo nacquero, rispettivamente nel 1821 e nel 1822, Anna Turrisi Colonna e la sorella Giuseppina, pittrice e critica d’arte la prima, poetessa la seconda.
Il francese Gaston Vuiller, che ivi soggiornò per un breve periodo, menziona questo palazzo nel suo libro La Sicilia, impressioni del presente e del passato, pubblicato a Milano dai Fratelli Treves nel 1897, con queste parole: “sulle pareti tinte di un verde pallido, delle volute leggere si intrecciano capricciosamente e vanno a svolgersi sul soffitto in una cupola ornata di pitture aeree. Le porte hanno ornamenti d’oro opaco e d’oro lucido. La bellezza decorativa di questa sala che era una alcova con tende fittissime ermeticamente chiuse, mi sorprende. Questo evidentemente è un antico palazzo. La sua bellezza un po’ appassita alla luce viva, conserva tutto il suo splendore nella semi oscurità. Apro la finestra e mi avanzo sul balcone che gira tutto il piano e rimango abbagliato…”.
L’edificio con le sue malte, gli stucchi di scuola serpottiana, gli scuri Veneziani e le porte Barocche, gli affreschi con allegorie di Gioacchino Martorana, l’alcova settecentesca con i suoi putti, i suoi tralci e le tortore che intrecciano il nido d’amore, rappresenta un vero e proprio scrigno d’arte rendendo ancora più preziose “le sue collezioni”: i quadri, le cassapanche maritali del XVI e XVII secolo ivi esposte in permanenza; nonché le ceramiche siciliane, i mattoni di censo, devozionali ecc.; le porcellane napoletane, francesi, ecc.; i rotoli, i vasi, i ventagli, i ricami, le armi bianche e da fuoco, la copiosa documentazione cartografica e numismatica che arricchiscono volta per volta le esposizioni.
Così è riproposta quella “Palermo Felicissima” tanto menzionata da libri e riviste antiche e moderne e tanto osannata dai “viaggiatori” di allora.
La famiglia Argento si occupa del teatro tradizionale dei pupi sin dal 1893, tramandandosi da cinque generazioni l’arte dell’artigianato nella costruzione degli stessi.
Ancora oggi mantiene questa tradizione, essendo rimasto l’ultimo artigiano, infatti è proprio dai suoi pupi che vengono tratti i modelli.
Nel suo teatro vengono ancora conservate le tele dipinte dai suoi avi ed è con le stesse tecniche che vengono create le nuove per allestire le scenografie delle rappresentazioni che si mettono in scena grazie all’aiuto dei suoi tre figli e della moglie.
Il teatro è aperto giornalmente dalle ore 17.30 con due spettacoli giornalieri.
Per informazioni e prenotazioni gruppi contattare: tel. 091 6113680